L’ambiente e la biodiversità sono beni indisponibili che noi, homo sapiens, in quanto esseri consapevoli, abbiamo in custodia e che, assieme alla conoscenza, alla cultura ed al patrimonio artistico costituiscono il tesoro che l’umanità deve conservare con cura e tramandare alle future generazioni.
La biodiversità, parola oggi di moda talvolta abusata, è il complesso di specie che comprende microrganismi, funghi, flora, fauna inclusi gli esseri umani presenti in dato luogo. È il risultato delle trasformazioni del pianeta nel senso della morfologia e dell’evoluzione della vita, germinata da pochi esseri unicellulari che hanno dato origine a tutte le forme di vita, a tutte le specie oggi presenti. La possiamo immaginare come un fuoco d’artificio che, da un piccolo nucleo, genera una miriade di scintille, ognuna delle quali prende la propria direzione, si sviluppa a proprio modo e occupa il proprio spazio. Ora possiamo immaginare che in questo momento tante di queste scintille si stanno spegnendo per cause non “naturali” lasciando tanti “spazi bui”, molto prima ed in modo diverso da quanto sarebbe successo senza l’intervento dell’uomo.
Come potrebbe vivere l’uomo senza le specie animali e vegetali di cui si nutre o che utilizza per molti scopi diversi?
Dobbiamo poi ripetere la stessa domanda sostituendo a "l'uomo" con ciascuna delle migliaia di specie che sono presenti nel nostro territorio e per i milioni di specie che esistono sulla terra perché è tutto concatenato ed interdipendente. La risposta ci farà capire perché è vitale non distruggere l’ambiente o quantomeno cercare mantenere l’attuale livello di biodiversità. E tutto questo a prescindere dalla bellezza e dalla meraviglia che ciascuna specie esprime e suscita in noi.
L’interdipendenza dell’ambiente, di tutte le forme di vita e del nostro bagaglio culturale permettono anche la nostra vita, così come oggi la conosciamo. Sono questi fattori imprescindibili affinché la qualità della nostra vita migliori o almeno rimanga tale. È vero che in natura gli individui e le intere specie sono destinati a scomparire per dare posto a nuovi individui e nuove specie, ma tutto questo avviene in decine o centinaia di migliaia di anni e produce un incremento della biodiversità, attraverso cicli durante i quali il numero di specie possono diminuire per poi aumentare. Nel complesso la tendenza sarebbe verso il progressivo aumento. Negli ultimi cent’anni il cambiamento è stato sfavorevole e repentino, in un tempo brevissimo e con uno stravolgimento che, per la prima volta nella storia della terra, è stato causato da una singola specie: l’homo sapiens!
Chi ha una certa età può benissimo ricordare che, con un viaggio in automobile di pochi chilometri in una notte d’estate di cinquant’anni fa, si raccoglieva un gran numero di insetti, falene, moscerini ed altro spiaccicati sul parabrezza e sui fari dell’automobile. Provateci adesso: qualche moscerino se siete fortunati! A quel tempo si raccoglievano le chiocciole per preparare piatti locali, tipicamente “polenta e cais” (polenta e chiocciole), oggi è abbastanza difficile incontrare qualche chiocciola, non è certo possibile raccoglierne qualche chilo e non solo perché è vietato dalla legge, ma semplicemente perché non ve ne sono.
Tutto questo per ribadire che il progresso ha portato, insieme a innegabili benefici, un inconfutabile depauperamento dell’ecosistema naturale con cambiamenti importanti legati al nostro modo di vivere. Sono state adottate buone leggi che limitano il prelievo diretto di beni naturali, ma non è stato fatto abbastanza per impedire che l’agricoltura, i piani urbanistici, i riordini fondiari e le bonifiche distruggessero il territorio con particolare riguardo per la fascia costiera, la media e l’alta pianura, dove consumo del suolo, disboscamento, agricoltura intensiva, bonifica dei canali hanno ridotto il territorio ad un ambiente “pulito” ed “ordinato”, ma del tutto banale, privo di bellezza e paradossalmente insano e povero di vita. Tornare indietro non è possibile per una lunga serie di motivi, è certamente indispensabile non peggiorare le cose e probabilmente alcune cose possono essere migliorate, ad esempio adottando agricoltura biologica, aumentando il numero degli alberi e approfondendo la ricerca per l’utilizzo di fonti rinnovabili e pulite (idrogeno ed energia solare declinata nelle diverse forme e forse altre che ancora non conosciamo).
L’ecosistema, ovvero il complesso dell’ambiente e delle specie che lo abitano forniscono all’uomo una serie di servizi fondamentali, solo per citarne alcuni:
- impollinazione indispensabile per la fruttificazione e la riproduzione di molte piante che forniscono alimenti e fibre vegetali quali legno, fibre tessili, plastiche biodegradabili, favorita principalmente dagli insetti impollinatori
- decomposizione e depurazione per la salubrità di aria, acqua e cibo prodotte da una serie di animali “spazzini” (saprofagi), dai funghi e dai batteri
- mantenimento della fertilità del suolo (humus) per la produzione di fibre ed alimenti dovuta principalmente ai batteri
- equilibrio dell’atmosfera e del clima grazie alla funzione clorofilliana che sottrae anidride carbonica dall’aria per rilasciare l’ossigeno immagazzinando l’anidride carbonica nel legno
- protezione del territorio e delle coste attraverso la vegetazione con il contenimento dei fenomeni idrogeologici e la barriera contro i venti
- riserva genetica e riserva di molecole potenzialmente utili (molecole medicinali o in altro modo utili, probabilmente molte delle quali ancora ignote)
- benessere legato alla naturalità, all’estetica degli ambienti, alla spiritualità ed alla ricreazione